Il cristianesimo non e’ piu’ la religione dell’”uomo bianco”. Questa e’ l’affermazione che si e’ levata con chiarezza dal secondo Global Christian Forum (GCF), tenutosi dal 4 al 7 ottobre scorso a Manado (Indonesia). Dana Roberts della Scuola teologica dell’Universita’ di Boston (USA) ha affermato che “la storia del cristianesimo come religione mondiale si sta scrivendo sotto i nostri occhi” in un processo di spostamento del suo baricentro dall’Europa all’Africa, all’Asia e all’America Latina. Un’affermazione suffragata dai dati forniti da Peter Crossing, ricercatore dell’Atlante del cristianesimo mondiale. Se nel 1910, data del famoso Congresso missionario di Edimburgo, il 66 per cento dei cristiani viveva in Europa, oggi quella percentuale e’ scesa al 26 per cento” (da NEV – 12 ottobre 2011). Quali implicazioni ha lo spostamento di questo baricentro? Lo abbiamo chiesto a Paolo Naso, giornalista, politologo, responsabile del servizio “Essere Chiesa Insieme” della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia

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